lunedì 19 aprile 2021

How to sell art shopify guide _ Come vendere arte online: la guida definitiva

Learn more about selling art

  • You can sell art online from your own store built with a platform like Shopify, on third-party marketplaces like Amazon and eBay, on niche websites like Society6 and Redbubble, and on social media, and via wholesale.

  • Yes, you can sell art on Shopify. Beckendorf Gallery is one example of a Shopify merchant that sells art online.

    • Landscapes
    • Prints
    • Wildlife
    • Nude paintings
    • Postcards
    • Posters
  • To price art, total all of the costs associated with creating your item and bringing it to market, set your profit margin on top of those expenses, and compare those targets to the competitive landscape. You can change prices over time to increase sales or profit margins.

From:SHOPIFY

Come vendere arte online? Molti nuovi artisti fanno breccia sui social come snapchat costruendosi un fedele seguito, grazie alla costante condivisione del loro lavoro e partecipando a community di artisti online

mercoledì 3 marzo 2021

The Art Business Documents You Need to Sell Your Work by Artrepreneur

I found this interesting article on artrepreneur it’s now easier than ever to sell your artwork on your own. But, if you want to start selling your work directly, you need more than a website and a payment processing account. Whether you sell your work for $100 or $10,000, you’re now operating as a business and should start acting like one. This means creating and maintaining documentation to protect you, your business and your work.

Here are three necessary art business documents you need to facilitate sales, meet your legal responsibilities and safeguard your work.

1. ARTWORK BILL OF SALE

In order to sell your artwork, you will need to provide a Bill of Sale. The Bill of Sale, or invoice, is one of your most important business documents. Artwork in physical form is considered personal property, and therefore a transfer of title will be necessary in the form of a Bill of Sale. This also functions as a record of the transaction for both the artist and the buyer of the artwork and will be used later on when you file taxes. Specific requirements for invoices can vary from state to state, so be sure to double-check with your local or state government when drawing up your artist Bill of Sale

venerdì 19 febbraio 2021

CONSULENZA FINANZIARIA PER ARTISTI: I CONSIGLI DI QUATTRO ESPERTI


CONSULENZA FINANZIARIA PER ARTISTI
Artsy ha intervistato quattro consulenti finanziari specializzati in arte a proposito delle strategie che gli artisti dovrebbero adottare per gestire al meglio le proprie carriere e amministrare con intelligenza le proprie finanze.
Questi sono Christina Empedocles (artista e consulente certificata per l’arte di San Francisco), Sharon Louden (artista, educatrice e fondatrice di Living and Sustaining a Creative Life), McLean Emenegger, fondatore di McLean Art Projects e Wendi Norris, gallerista con esperienza nel settore finanziario.

lunedì 18 gennaio 2021

VENDERE ONLINE SENZA PARTITA IVA. ECCO COME FARE - foto Kris Nataro'

quale è la soluzione per vendere online senza partita iva? Illustrazione: Kris Nataro'

Ho trovato questo articolo su partitaivaonline.com Diciamo che non vi è una vera e propria soluzione, e la discriminante è sicuramente l’abitualità di tale attività di vendita (che ovviamente è discrezionale). Nel caso di vendita di qualche prodotto può quindi essere sufficiente redigere una semplice ricevuta (senza indicazione di ritenuta d’acconto, in quanto non si tratta di prestazioni professionali e/o di servizi, da non considerare nemmeno il limite di 5.000 euro per tali prestazioni occasionali) da dichiarare poi fra i redditi diversi in UNICO.

CI VUOLE LA PARTITA IVA PER VENDERE SU AMAZON? LA RISPOSTA E' AFFERMATIVA. illustrazione: Kris Natarò

Infatti non solo ci vuole la partita iva, ma anche la registrazione alla camera di commercio per poter pagare l'INPS, attenti quindi ad informative per non avere brutta surprise.
Sembra infatti che la partita iva non serva solo se la VENDITA sia casuale e non continuativa.
secondo la legge italiana avere un ecommerce o vendere su amazon è un’atttività continuativa quindi ha bisogno della paritata iva. Se non vendi online e la tua attività sta sotto i 5.000 euro all’anno (dichiarate tramite le ricevute fiscali) puoi non aprire la partita iva, se vendi occasionalmente (nei mercatini per esempio) e non abitualmente online. Se vendi online anche per solo 50 devi aprire la partita iva perchè, come ti dicevo prima, l’atività è considerta abituale e continuativa perchè il “negozio” rimane aperto per 24 ore al giorno anche se vende un solo pezzo al mese.
Mi limito a dirti come sia la legge italiana, poi so che la maggior parte degli hobbisti non hanno la p.iva perchè pensano di non doverla aprire perchè i ricavi sono sotto i 5.000 annui, ma i ricavi sono un aspetto diverso rispetto all’abitualità dell’attività.
Ho trovato queste spiegazioni nel sito fisco mania…


2020 - IL FISCO PER GLI HOBBISTI ECCO LA GUIDA DEFINITIVA DI FISCOMANIA - foto: Kris Nataro'

Questo articolo lo ho trovato su fiscomania.com  ed e' in molto utile z tutti coloro che realizzano manualmente le proprio creazioni. Per gli Hobbisti: se vendo le mie creazioni come devo regolarmi da un punto di vista fiscale? Quali sono gli adempimenti per partecipare ad un mercatino per vendere le mie creazioni? Queste sono alcune delle principali domande che ci rivolgono gli hobbisti che voglio vendere prodotti fatti a mano che hanno realizzato. Di seguito la guida per vendere i propri oggetti home made.

Questo contributo è dedicato a fare chiarezza in merito alla disciplina fiscale che gli hobbisti devono rispettare per la vendita dei propri realizzati home-made.

Nella mia attività online mi sto rendendo conto che tantissime persone realizzano prodotti fatti a mano come passione. Passione che spesso porta alla vendita di questi oggetti, quando si incontra un potenziale acquirente.

Le tantissime richieste che mi arrivano ogni giorno mi hanno spinto a fornire alcuni chiarimenti riguardanti l’obbligo di aprire la partita IVA nel caso di piccole attività.

Ci sono tantissimi articoli online, ne ho letti molti, prima di scrivere questo articolo. Posso assicurarti che molti di questi non sono scritti da veri addetti ai lavori. Questo, inevitabilmente, ha portato molta confusione.

Devo premettere che la normativa da rispettare è molto variegata (oltre alla normativa nazionale vi sono poi i vari regolamenti regionali). Per il quadro della situazione non può che essere complesso.

Riepilogando, quindi, di seguito troverai una breve e semplice guida agli adempimenti civilistici fiscali ed amministrativi. Guida utile a tutti gli hobbisti che vogliono provare a vendere i propri prodotti fatti a mano.

L’obiettivo è quello di farti essere in regola e non incorrere problemi con l’Amministrazione finanziaria.

martedì 1 agosto 2017

TUTTO QUELLO CHE VOLETE SAPERE SUL FISCO PER GLI HOBBISTI E I CREATIVI -

Tutto quello che volete sapere si trova su questo link, tante informazioni utili 


Altrettanto utile è FISCOMANIA



Hobbista e partita Iva: quando è conveniente?



In quale caso all’hobbista conviene aprire partita Iva e diventare a tutti gli effetti un imprenditore? Scopriamo insieme, il requisito che consente agli hobbisti di poter avviare la propria attività in forma imprenditoriale senza dover versare i contributi alla gestione artigiani e commercianti dell’Inps: la presenza di un’attività di lavoro dipendente a tempo pieno ed indeterminato.


In Italia non esiste ancora una disciplina nazionale che regolamenti chi è l’hobbista. L’articolo 28 del D.Lgs. 114/98 rimanda alle varie disposizioni regionali che a loro volta definiscono come hobbista un soggetto che realizza, propone, o baratta, in modo non professionale, sporadico ed occasionale prodotti di modico valore, rappresentati per lo più da opere frutto della propria creatività o del proprio ingegno. In pratica, possiamo dire che gli elementi che caratterizzano un hobbista sono:

  • Possibilità di baratto scambio o vendita di prodotti di modico valore – Si tratta di prodotti selfmade di modico valore, ove per modico valore si intende un importo non superiore a €. 250,00 (tenete presente che il limite del modico valore è stabilito autonomamente da ogni regione);
  • Attività occasionale – Si intende un’attività di esposizione, promozione o di partecipazioni a mostre o mercatini di hobbisti del tutto occasionale. E’ necessario non superare i 30 giorni l’anno per non sfociare in un’attività di tipo commerciale (ad esempio, rispetto il limite se decido di partecipare a uno/due mercatini l’anno, ma non se pratico tutti i mercatini della regione, ogni settimana);
  • Ricavi sotto la soglia – I ricavi derivanti dall’attività, che devono essere certificati dal rilascio di una ricevuta non fiscale, non possono superare la soglia dei €. 5.000 annui.

Se vi rispecchiate in questi requisiti allora rientrate nella categoria degli hobbisti, ovvero dei soggetti che vendono prodotti realizzati home made, in maniera non professionale. Nel nostro contributo: “Guida fiscale per hobbisti: vendere prodotti home made“, ci siamo occupati di tutte le possibilità offerte a questi soggetti per esercitare la loro attività, seguendo i requisiti richiesti da ogni comune, ma cosa succede se un hobbista si accorge che la sua attività sta diventando di tipo commerciale? In questo contributo ci occuperemo della fase che riguarda il passaggio da hobbista a commerciante, attraverso l’apertura della partita Iva, l’iscrizione in Camera di Commercio, ed il versamento dei contributi Inps.

Hobbista e partita Iva


Nessun hobbista che realizza prodotti, li espone nei mercatini e gestisce questa attività come un bellissimo passatempo, si sognerebbe mai di aprire partita Iva. Primo perché la partita Iva presuppone dei costi da sostenere e secondo perché gestire in forma occasionale consente sempre di risparmiare qualcosa.

Ebbene però, quando l’attività di hobbista passa dall’essere un mero passatempo ad un’attività concreta di vendita, le cose cambiano e per restare in regola con la normativa fiscale diventa obbligatoria l’apertura della partita Iva come commerciante.

In quali casi va aperta partita Iva?


Se la vostra attività di vendita è continuativa (ad esempio vendete in e-commerce), se vendete in maniera professionale con un marchio, oppure con un’organizzazione di mezzi (avete un locale, usate pubblicità, cartellonistica, ecc), oppure avete superato la soglia dei €. 5.000 annui, allora siete dei commercianti, e come tali siete soggetti all’obbligo di apertura della partita Iva, all’iscrizione alla Camera di Commercio (sezione commercianti o artigiani), alla presentazione della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) al vostro Comune, e alla tenuta delle scritture contabili (quest’ultimo obbligo peraltro ha un contenuto differente a seconda del regime fiscale al quale si è assoggettati).


Naturalmente in questo caso è indispensabile la consulenza di un dottore Commercialista, che si occupi di affiancarvi sia per gli adempimenti fiscali (dichiarazione dei redditi e tenuta della contabilità), sia per i vari adempimenti amministrativi. Per chi volesse maggiori informazioni ci contatti pure lasciando un commento.

Adempimenti per aprire partita Iva


Quando ci si rende conto che continuare con l’attività di mero hobbista potrebbe andarci stretta, allora è necessario esercitare in forma imprenditoriale l’attività. Come abbiamo detto in precedenza è fondamentale il consulto con un dottore Commercialista per capire se sia effettivamente necessario, ma soprattutto conveniente avviare un’attività di tipo imprenditoriale.

Una volta appurato questo aspetto, l’iter per aprire partita Iva, adempimento che seguirà per voi il vostro Commercialista prevede, una serie di adempimenti, consequenziali che vi porteranno a poter esercitare l’attività in forma imprenditoriale. Vediamo di seguito tutti questi adempimenti.

Apertura della partita Iva


Come prima cosa è necessario predisporre e compilare il modello “Apertura partita Iva AA9“, necessario sia in caso di prima iscrizione sia in caso di variazione dei dati precedentemente comunicati. Il modello dovrà contenere i vostri dati anagrafici, indirizzo, domicilio fiscale e codice fiscale. Nel modello si dovrà scegliere il codice attività ATECO, ovvero il codice con il quale l’Agenzia delle Entrate identifica le varie attività economiche.

In questo modello verrà individuato il luogo di esercizio dell’attività, il luogo ove saranno conservate le scritture contabili, e potrà essere inserita l’opzione per poter effettuare operazioni intracomunitarie (di acquisto o vendita), ed essere così iscritti all’archivio (Vies).

Il regime fiscale


L’aspetto più importante legato all’avvio dell’attività è sicuramente quello che riguarda il regime fiscale da applicare. Per le attività imprenditoriali svolte in forma individuale vi sono due possibili regimi fiscali, il regime ordinario (c.d. “contabilità semplificata“), oppure un regime agevolato (c.d. “regime forfettario“). E’ importantissimo capire se si possiedono i requisiti per poter applicare il regime agevolato, in quanto vi consentirà di avere tutta una serie di agevolazioni, che vi consentiranno di risparmiare, sia da un punto di vista di adempimenti che di carico fiscale. Per questo è fondamentale il confronto con il Commercialista.

Sbagliare regime fiscale o ancora peggio fare da soli, può rivelarsi una mossa pessima, soprattutto in caso di errori. Nel nostro contributo dedicato al “Regime fiscale forfettario” troverete tutte le informazioni su questo regime fiscale e tutti i requisiti di accesso e di permanenza nel regime. In questa sede mi limiterò a commentare il requisito che più di tutti è  discriminante, ovvero l’aver percepito redditi da lavoro dipendente per importi superiori a €. 30.000 lordi annui. Superare questa soglia, non vi permetterà di poter usufruire del regime forfettario, quindi, vi escluderà una serie di agevolazioni e vantaggi, ma se rientrate nella soglia, e avete un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, continuate a leggere perché le agevolazioni per voi non sono finite.

Adempimenti contributivi


Dopo gli aspetti riguardanti l’apertura della partita Iva, vi è l’iscrizione in Camera di commercio come artigiano o commerciante (a seconda del caso), e con essa scatta anche l’obbligo di iscrizione alla gestione Ivs artigiani e commercianti dell’Inps. Questa gestione previdenziale è piuttosto onerosa, in quanto prevede il versamento di contributi previdenziali obbligatori (da versare a prescindere dal reddito ottenuto dall’attività), per oltre €. 3.600 annui, da versare trimestralmente.

Questi contributi valgono per un reddito ottenuto fino a €. 15.000. Questo significa che se un soggetto realizza un reddito annuo di €. 20.000 dalla vendita di oggetti, per i primi €. 15.000 ha già versato i contributi fissi durante l’anno, mentre per i restanti  €. 5.000 dovrà versare ulteriori contributi, calcolati in percentuale.

In pratica l’hobbista che apre partita Iva è tenuto ad iscriversi a questa gestione previdenziale e a versare questi contributi, a prescindere dal volume di vendite ottenuto. Questo aspetto, ad oggi è quello che maggiormente spaventa gli hobbisti e li tiene lontani dalla partita Iva. Tuttavia, non vi è una possibilità che può esentare dall’iscrizione a questa gestione previdenziale, e può rappresentare un vero e proprio aiuto per tutti quegli hobbisti che al momento sono spaventati dai contributi previdenziali da versare.

Esenzione dalla gestione Inps


I soggetti che aprono partita Iva per l’esercizio di un’attività commerciale, come in questo caso l’hobbista, e contemporaneamente esercitano un’attività di lavoro dipendente a tempo pieno e indeterminato sono esentati dall’iscrizione alla gestione Ivs artigiani e commercianti dell’Inps. Avete capito bene, se attualmente siete hobbisti, e volete aprire partita Iva, non dovete preoccuparvi dei versamenti contributivi, se siete contemporaneamente lavoratori dipendenti a tempo pieno e indeterminato.

Questi soggetti, fino a quando potranno dimostrare che la loro attività prevalente è quella di lavoro dipendente a tempo pieno potranno essere esentati dall’iscrizione alla gestione Ivs artigiani e commercianti dell’Inps. Questo perché l’Inps consente ai soggetti che versano già ad un altra forma pensionistica, come quella dedicata ai lavoratori dipendenti, di essere esentati dall’iscrizione alla gestione artigiani e commercianti, se l’attività di lavoro dipendente è prevalente rispetto a quella commerciale esercitata con partita Iva.

Attenzione però, l’esenzione non è infinita nel tempo, ma riguarda il periodo di tempo nel quale il soggetto conserva l’attività di lavoro dipendente. Se un soggetto dopo aver aperto partita Iva dovesse licenziarsi dall’attività di lavoro dipendente, venendo meno il requisito della prevalenza, dovrà obbligatoriamente iscriversi alla gestione previdenziale Ivs artigiani e commercianti Inps, versando i relativi contributi obbligatori.
Si tratta di un’agevolazione non di poco conto che consente a tutte quelle persone che oggi fanno l’hobbista per puro svago o passatempo di provare a vedere se possono ricavare da questa attività una vera fonte di reddito. Per questo motivo se rientrate in questa fattispecie non aspettate, consultatevi con il vostro Commercialista di fiducia, e se non ne avete uno, potrete contare su di noi.







laleggepertutti ha un articolo del 2016 con diverse informazioni