venerdì 23 novembre 2012

COME DIVENTARE UN VENDITORE AMBULANTE


COME DIVENTARE UN AMBULANTE
Negozi vagabondi
Vende di tutto, a buon prezzo. Parte all'alba sperando nel bel tempo. Guadagna bene. Trova ogni giorno clienti nuovi. E quasi sempre è ben accolto. E' l'ambulante a cielo aperto, un'attività in pieno fermento. La conferma arriva dall'Osservatorio nazionale del commercio: quello "mobile" sfiora le 170 mila unità. Il trend dell'ambulantato è in aumento: sono 5 mila in più, rispetto al 2002, i venditori all'aria aperta. Di questi, 36 mila non partecipano ai mercati, ma girano tra paesi e città per raggiungere le aree prive di negozi. «La realtà dell'ambulantato in Italia è molto composita: ci sono esercenti che partecipano al mercato solo una volta alla settimana, e poi si muovono sul territorio, a volte addirittura proponendo merce diversa a seconda del luogo. Altri ancora, dopo anni di attività mobile, aprono un punto vendita fisso, ma proseguono l'ambulantato per smerciare l'invenduto del negozio» spiega Giovanni Tallone, segretario di Anva, Associazione nazionale venditori ambulanti di Confesercenti (tel. 06 47251, www.anva.it). Non solo. In Italia ogni anno vengono organizzate circa 40 mila manifestazioni e ci sono tantissimi mercati (nella sola Roma, sono circa 130 al giorno). «Una realtà che smentisce le previsioni di alcuni anni fa, in cui gli esperti davano per spacciato il commercio itinerante. Eppure, in tempi di crisi come quella attuale, il pubblico si rivolge sempre più alle bancarelle» commenta Giacomo Errico, presidente di Fiva, Federazione venditori su aree pubbliche di Confcommercio (tel. 06 3241751).
Ma come si diventa ambulante? La trafila burocratica è semplice. Bisogna prima chiedere al Comune di residenza la licenza di vendita su aree pubbliche. Costo: 10,33 euro di marca da bollo, da apporre alla domanda, e i tempi burocratici di attesa si aggirano sui dieci giorni. Poi è necessario ottenere l'autorizzazione alla sosta su luogo pubblico, e pagare la tassa per la sua occupazione. Infine, gli ambulanti che vendono alimentari dovranno seguire un corso professionale specifico, come fanno anche gli esercenti dei punti vendita fissi. I costi sono molto variabili, perché le tariffe di occupazione del suolo cambiano da un Comune all’altro e da un quartiere all’altro. Il prezzo medio per un posteggio di una decina di metri quadri è intorno ai 700 euro l'anno: cifra che va versata per ogni Comune in cui si intende lavorare. «Le autorizzazioni sono tra i principali ostacoli all'avvio dell'attività - spiega Errico - perché molti Comuni non hanno più posteggi liberi: né per i mercati, né per chi vuole fare commercio itinerante».
Come fare allora per iniziare a lavorare? Primo: rivolgersi alle associazioni di categoria, che spesso raccolgono gli annunci di chi cede la propria licenza. Il prezzo minimo parte dai 1.000-2.000 euro. Una volta ottenuta la licenza di itinerante, è possibile lavorare in giornata sui posti liberi dei mercati rionali, come fanno i cosiddetti "spuntisti". «In alternativa, sempre attraverso le associazioni, si può prendere in gestione una licenza già avviata per un periodo di tempo limitato: per esempio, un anno. Una strategia che può essere molto utile per chi non ha esperienza, perché è un po' come subentrare in un negozio già aperto, eliminando così la difficoltà di farsi conoscere dal pubblico. Il prezzo di questa operazione varia secondo i posteggi e i mercati a cui si può accedere, ma in media un anno di gestione costa circa 500-600 euro al mese» suggerisce Tallone. Un'altra buona soluzione è rappresentata anche dalle sagre cittadine, in cui è più facile trovare spazio d'azione. Il costo di partecipazione varia dai 30 euro in su.
Oltre alle spese amministrative, vanno aggiunte quelle per l'acquisto di un "autonegozio", cioè del furgone che serve per il trasporto della merce e che contiene anche il banco di vendita. Per un veicolo nuovo, i prezzi partono dai 40-50 mila euro, cifra che lievita ai 100-150 mila se l'autonegozio è attrezzato secondo le norme igienico-sanitarie per il commercio di alimentari. Per limitare la spesa, ci si può rivolgere al mercato dell'usato, che consente di abbattere i costi anche del 50%. «Riduce al massimo l'investimento chi vende merci non voluminose (come la bigiotteria) e si può muovere in macchina o su un normale furgone. Così ha bisogno solo di banchi smontabili per l'esposizione della merce: in questo caso, saranno necessari circa 500 euro» spiega Cesare Moncada, che per anni ha girato la Sicilia con il suo banco di libri.
Ma chi è l'ambulante doc? Risponde Errico: «Chi fa questo mestiere è anche autista, compratore, ragioniere ma, soprattutto, grande venditore. Perché il vero commercio è quello mobile, dove le distanze interpersonali sono ravvicinate e la vendita è più veloce. Altro punto importante è la cordialità: al mercato non ci sono mai commessi svogliati o scortesi, anche perché quasi tutte le attività itineranti sono in proprio, spesso a conduzione familiare».
Le difficoltà del commercio itinerante sono tutte nella burocrazia. Vigili e amministratori comunali controllano di frequente: le sanzioni previste per gli abusivi arrivano fino a 15 mila euro, oltre alla confisca di merce e attrezzatura. Senza contare l'influenza del tempo atmosferico. Quando piove, gli affari languono, ma gli esercenti hanno già pagato per il posteggio. Anche gli orari di lavoro sono penalizzanti: un ambulante si alza molto presto la mattina e il continuo viaggiare è faticoso.
Ma la vera forza sono i guadagni: il pubblico è attirato dal commercio itinerante, perché i prezzi di vendita sono più vantaggiosi rispetto ai negozi cittadini. Come è possibile? Gli ambulanti hanno spese fisse più limitate per la gestione e, spesso, ritirano a prezzi stracciati le rimanenze dei produttori. Un aspetto, quello della riduzione dei costi, che induce molti artigiani a scegliere il commercio a cielo aperto anziché un punto vendita tradizionale. Silvia Bonomi, produttrice di oggettistica in cartapesta, racconta: «Partecipo a circa una sessantina di manifestazioni l'anno e così riesco a far quadrare i conti».
Al momento, i settori di attività che vanno forte sono gli alimentari, soprattutto quelli regionali, quelli stagionali come gelati, caldarroste e pesce (in Italia è venduto per il 70% proprio sulle bancarelle), le piante, i casalinghi nei paesi lontani dai grandi centri e i gadget turistici o sportivi. «Gli autonegozi che propongono la ristorazione veloce, a base di panini e patatine, stanno vivendo un vero boom» dichiara Carla Minonzio, architetto della omonima società di produzione automezzi.
Per tutti vale una regola d'oro: quella della location. «Un ambulante abilitato a vendere davanti al Colosseo possiede una licenza che vale milioni di euro» commenta Tallone. Ma anche per chi non ha accesso nei centri città, il commercio itinerante riesce a raggiungere un pubblico numeroso. Lo testimonia Marzia Aguzzi, responsabile marketing della fabbrica di cioccolato Stroppiana (tel. 011 3043574), che ha scelto di partecipare a sagre e manifestazioni in tutta Italia per promuovere il prodotto. «Abbiamo tagliato i costi pubblicitari - spiega - ma siamo riusciti a diffondere il nostro nome a livello nazionale, senza bisogno di grandi investimenti».

Storie
«In 15 giorni? Vendo 300 maglioni»
Gira l'Italia a bordo di un Ape Piaggio, vendendo abbigliamento. Valeria Ferlini, ex-modella poi diventata imprenditrice, gestisce quello che lei chiama un "moving shop" (negozio in movimento). Un'idea nata per gioco, ma che in poco tempo è diventata redditizia. Qualche numero: 300 maglioni venduti in 15 giorni a Cortina (BL). Prezzo medio: 100 euro. Oppure 800 paia di pantaloni in due mesi a Forte dei Marmi (LU). «Vendo i modelli che disegno: in lino, kashmir, velluto. Ho sei Ape Piaggio, ribattezzati Ape Malandra (letteralmente: clochard, malandrina) e mi avvalgo di collaboratori. All'interno, nonostante il pochissimo spazio, c'è un camerino prova, uno specchio, i cestoni foderati in lino dove ripongo i capi. Ho speso ottomila euro per l'adattamento di ciascun veicolo (un tettuccio smerlato, la verniciatura bordeaux...), ma il risultato attira il pubblico. Al punto che ho stretto con la Piaggio un accordo di esclusiva per le modifiche che realizziamo. Chi non trova la sua taglia sui moving shop può ordinarla e riceverla per posta in una decina di giorni» dichiara Ferlini.
INFO: Paris Bebè, tel. 02 58305744, cel. 335 6248117.

Da leggere
Per chi vuole fare commercio all'aria aperta, La Paper Communication di Bologna ha pubblicato due volumi con l'elenco di fiere, sagre e manifestazioni in tutta Italia (prezzo: 39 euro l'uno). C'è poi un terzo volume dedicato ai mercati (prezzo: 25 euro).
INFO: www.fieresagremercati.it

Lo sapevate che...

Era un ambulante, il fondatore dei grandi magazzini La Rinascente e dell'Università Bocconi. Ferdinando Bocconi, a metà Ottocento, vendeva stoffe nei paesi del lodigiano. E l'attività gli andava a gonfie vele

I grandi? Tanti sono partiti dai mercati. Hanno iniziato la loro carriera con il commercio itinerante il fondatore della società produttrice di gelati Sanson, l'imprenditore che ha aperto la catena Calzaturificio Pittarello e la famiglia che ha avviato i negozi di abbigliamento Amaranto

Per chi cerca l'idea. ll film Due sulla strada - The van racconta la storia di due cinquantenni irlandesi che, per reagire alla disoccupazione, si improvvisano venditori ambulanti di panini e patatine

Dove ti compro l'autonegozio
In Italia non sono numerose le aziende che vendono autonegozi. Alcuni rivenditori partecipano allo Smavi, Salone dei Trasporti di Pesaro, che quest'anno è previsto il 24-26 ottobre.
INFO: www.smavi.it

Ecco i riferimenti di alcuni operatori specializzati.
• Carrozzeria Industriale F.lli Pidinchedda, Strada Bassa di Stura 67, Torino, tel. 011 2467087.
• Carrozzeria Minonzio, via C. Battisti 104, Lozza (VA), tel. 0332 270711, www.minonziospa.it
• Carrozzerie Industriali Scanferlato, via Marconi 58, Quinto di Treviso (TV), tel. 0422 470135.
• Pisterzi Car, via Madonna delle Grazie 19, Amaseno (FR), tel. 0775 65052.
• Resti, via Poggilupi 1692, Terranuova B.ni (AR), tel. 055 919431, www.resti.it
• Unicar (specializzati in autonegozi di prodotti alimentari), via Landris 5/c, Sedico (BL), tel. 0437 852034, www.unicar.it
di Maria Spezia m.spezia@millionaire.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , Millionaire di Luglio/agosto 2004

Per acquistare l'arretrato è necessario effettuare un versamento di 11,62 euro (per ogni numero) sul conto corrente postale n°. 43662204, intestato a: Virgilio Degiovanni Editore Via L. Da Vinci, 50, 20094 Corsico Mi.

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venerdì 3 febbraio 2012

MILLE EVENTI PER VENDERE

 

Dal marmo al vino: mille eventi per vendere

Improbabile parlare di commercio senza le fiere, luogo principe fino dai tempi del Medio Evo per fare affari. Se poi si considera che il nostro made in Italy, è un sistema industriale fatto da migliaia di piccole e piccolissime imprese, appare chiara l' importanza della fiera come strumento per ampliare clienti, farsi conoscere, raggiungere nuovi mercati, tutti progetti altrimenti difficili. Va poi aggiunto che il mercato fieristico italiano, è il secondo in Europa, preceduto solo da quello tedesco. Secondo quanto riportato da Aefi, l' Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, nel 2012 ci saranno quasi mille manifestazioni, con circa 200.000 espositori, 22.000.000 di visitatori; sempre per Aefi, vengono conclusi 60 miliardi di affari durante le fiere, da qui nasce il 10% dell' export nazionale, e per finire le fiere rappresentano uno dei principali strumenti di promozione per il 75% delle imprese indudtriali, e poi il dato sale all' 88,5% nel caso delle Pmi, interessando ben 28 settori merceologici, coinvolgendo 7 macrosettori: la meccanica, l' agroindustria, la moda, il vivereabitarecostruire, la salutebenesseretempo libero, arte e oreficeria. Veronafiere, che dal 2010 al 14 prevede investimenti per 70 milioni di euro, quest' anno dà il via a nuovi appuntamenti: l' Anteprima Classica MotoriSalone dell' Auto; metefFoundeq per i metalli, l' alluminio e la fonderia; MetaricicloRecomat, in materia di riciclo. Da tempo Veronafiere ha individuato i paesi stranieri dove esser presente per potenziare ancora la piattaforma del made in Italy, esportando manifestazioni consolidate come Vinitaly, a Miami, Chicago, Washington, e New York. Anche Marmomacc, fiera leader del marmo, arriverà negli Usa e in Arabia Saudita, e il Brasile sarà il prossimo obiettivo del marmo lapideo. Arredamento, edilizia, tecnologie agricole puntano verso l' India; l' olio di oliva, antica eccellenza del nostro paese, sarà protagonista di un programma di promozione e informazione in Cina e in Russia, mentre le produzioni biologiche europee, dal 2012 al 14 saranno promosse negli Usa, in Cina e in Giappone. Ancora agroalimentare tra gli appuntamenti importanti di Lingotto Fiere a Torino, il Salone Internazionale del Gusto, è il grande mercato del cibo, organizzato da Slow Food, che fa scoprire il valore del mangiare sostenibile e locale, e nella scorsa edizione ha raggiunto ben 200 mila visitatori. Sempre al Lingotto per la prima volta ci sarà BarWay, la nuova manifestazione del mondo del bar, grande tradizione del nostro paese, passando dai caffè alle discoteche, senza escludere birrerie e fast food. Sarà l' occasione per analizzare l' evoluzione del gusto dei consumatori e degli ambienti in fatto di locali. Poi si passa all' arredamento e alle idee per la casa con Expocasa; invece Artò ospiterà ben 150 artigiani, concentrandosi sulle eccellenze italiane tra arte e design. Ancora artigianato nelle tre aree espositive di Firenze Fiere, con la storica la Mostra Internazionale, che rappresenta gli artigiani come angeli dalle mani d' oro, creativi capaci di inventare nuove icone del lusso e dello stile. La vecchia capitale dell' antico saper fare, presenta l' alta tradizione artigianale di abbigliamento, accessori, oggettistica, insieme a innovazioni tecnologiche. Sempre Firenze Fiere si dedica pensa alla moda con Pitti Immagine, Uomo, Bimbi, e Filati, che nell' ultima edizione ha registrato oltre 4.000 compratori. Milano raggiunge circa 300.000 visitatori con i suoi Saloni, da quello del Mobile, al Bagno, poi Eurocucina, il Salone Internazionale del Complemento d' Arredo, e il Salone Satellite, e si conferma la grande capitale internazionale dell' arredo: «I nostri saloni abbracciano tutte le tipologie, dal classico al moderno, e riguardano ogni ambiente - spiega Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit - cerchiamo di promuovere l' intero comparto, attivando tutti gli attori, non solo i rivenditori; alla fine emerge che il nostro prodotto prima di esser il risultato del nostro sistema industriale, è il risultato della nostra cultura. Adesso nell' ottica di nuovi mercati, stiamo pensando alla Cina, un paese dove è cresciuta velocemente la percezione del lusso, mentre quella del gusto ha ancora tempo per affermarsi»